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giovedì 8 marzo 2018

" La Testa di Basilea "


La Testa di Basilea è un'opera di bronzo esposta nel museo archeologico di Reggio Calabria. Si tratta di una testa di statua maschile rinvenuta nel 1969 in località Porticello, presso Villa San Giovanni, nel corso delle operazioni di recupero di un relitto che trasportava , oltre al carico commerciale di anfore per derrate alimentari , un complesso di manufatti in bronzo, consistente in diversi frammenti di statue. L'appellativo di Testa di Basilea deriva dall'acquisizione del manufatto da parte dell'Antikemuseum della città elvetica. Successivamente l'opera venne restituita al governo italiano, in quanto risultata oggetto di un trafugamento illegale da parte di clandestini all'epoca della scoperta del relitto. Nota anche come Testa di Porticello B , la sua valutazione stilistica è resa difficoltosa dalla forte aggressione chimica cha ha subito la patina bronzea originaria a causa di un maldestro trattamento di pulitura con reattivi chimici aggressivi e dall'esecuzione di un calco. La testa, frutto di un'intenzionale frammentazione di statue per ricavare materiale da rifondere, doveva appartenere ad una statua di divinità o di un personaggio d'alto rango in età matura, nelle dimensioni più grandi del vero. La visione del profilo, sebbene compromessa da diverse deformazioni, suggerisce un aspetto severo e maestoso che insieme ai tratti stilistici , quali capelli ricci inanellati e ornati da una benda liscia, i profili netti delle arcate sopraccigliari e del naso, la barba modellata in forma raccolta, fanno supporre che l'opera sia stata realizzata sotto l'influsso di correnti artistiche attiche o peloponnesiache e sia cronologicamente inquadrabile nello stile tardo-severo, metà del V secolo a.C. circa. Gli occhi sono andati perduti, ma certamente insieme alle labbra , il cui colore rosso attuale è conseguente alla totale spatinatura, dovevano conferire al volto un vivace effetto coloristico.