Pagine

Pagine

lunedì 15 novembre 2010

Aung San Suu Kyi

« Prevarremo perché la nostra causa è giusta, perché la nostra causa è fondata. ... La Storia è dalla nostra parte. Il Tempo è dalla nostra parte »
                                                                                                                         (Aung San Suu Kyi)
« La lotta per la democrazia e i diritti dell'uomo in Birmania è una lotta per la vita e la dignità. È una lotta che comprende le nostre aspirazioni politiche, sociali
ed economiche. »
                                                                                                                              ( San Suu Kyi)


 Aung San Suu Kyi  nata a Rangoon il 19 giugno 1945 è una politica birmana, attiva da molti anni nella difesa dei diritti umani sulla scena nazionale del suo Paese, devastato da una pesante dittatura militare, imponendosi come leader del movimento non-violento, tanto da meritare i premi Rafko e Sakharov, prima di essere insignita del premio Nobel per la pace nel 1991.
Ha frequentato le migliori scuole indiane e  inglesi, tanto che nel 1967, ad Oxford, ha conseguito la laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Ha continuato  poi i suoi studi a New York e nel 1972 comincia a lavorare per le Nazioni Unite, e in quel periodo conosce uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che l'anno successivo  diventa suo marito, e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim.
Ritorna in Birmania nel 1988, per accudire la madre gravemente malata, e proprio in quegli anni il generale Saw Maung sale al potere e instaura il regime militare che tuttora comanda in Myanmar. Fortemente influenzata dagli insegnamenti del Mahatma Gandhi, Aung San Suu Kyi sposa la causa del suo paese in maniera non-violenta e fonda la Lega Nazionale per la Democrazia, il 27 settembre 1988. Neanche un anno dopo le vengono comminati gli arresti domiciliari, con la concessione che se avesse voluto abbandonare il paese, lo avrebbe potuto fare; Aung San Suu Kyi rifiuta la proposta del regime.
Dopo quindici lunghi anni  è stata liberata, ma la sua voglia di combattere, senza violenza per il suo Paese e la sua gente non sembra essere svanita. Per comprendere il livello di repressione, basti pensare che gli U2 le hanno dedicato, nel 2003, un brano intitolato Walk On ("Vai avanti"). Per questo motivo è illegale importare, detenere o ascoltare in Birmania l'album della band irlandese All That You Can't Leave Behind, in cui è contenuto tale brano
                                                                                                                                                                      da Wikipedia

8 commenti:

  1. Now that she has been released, my hope is that she remains free.

    RispondiElimina
  2. Great news that she has finally been released!

    RispondiElimina
  3. It was wonderful news to hear that she had been released from house arrest. I hope she will be able to remain free and to help establish democracy in Myanmar.

    RispondiElimina
  4. Speriamo che il regime non si inventi qualche altra scusa per poter arrestare nuovamente questa grande Donna!
    Purtroppo in Birmania non c'è nulla che faccia gola alle economie mondiali......

    Ciao Elettra,buona giornata

    RispondiElimina
  5. Buon giorno cara Elettra bello il tuo post sul caso di San Sun Kyi speriamo che questa volta la vera democrazia possa esprimere la volontà del popolo...
    Purtroppo non ho tanta fiducia di questo regime dittatoriale!!!
    Un abbraccio forte forte,
    Tomaso

    RispondiElimina
  6. ciao Elettra. Tutti quanti noi ci auguriamo che finalmente San Sun Kji dia inizio a democrazia e libertà anche in Birmania, ma anch'io come Tomaso non ho molta fiducia: speriamo il meglio.

    RispondiElimina
  7. Speriamo che San Sun Kji conservi la libertà e possa portare democrazia e libertà nel suo popolo.

    RispondiElimina