La spedizione dei Mille è un episodio del periodo risorgimentale italiano, avvenuto nel 1860 quando un corpo di volontari, al comando di Giuseppe Garibaldi, partendo dalla spiaggia di Quarto, in Liguria, sbarcò in Sicilia, presso Marsala.
Lo sbarco a Marsala dei garibaldini fu favorito da diverse circostanze, come la presenza nel porto di due navi da guerra della Royal Navy, giunte per proteggere le imprese inglesi della zona, come i magazzini vinicoli Woodhouse e Ingham e che finì per condizionare l'operato della Real Marina duosiciliana ed il ritardo con cui le navi da guerra borboniche giunsero nelle acque marsalesi, da cui conseguì un'azione difensiva tardiva e sterile.
Inoltre, i comandanti borbonici, ignorando le segnalazioni dei servizi di informazione napoletani, appena un giorno prima dello sbarco, avevano fatto rientrare a Palermo le colonne del generale Letizia e del maggiore d'Ambrosio, per far fronte al pericolo d'insurrezione nella capitale siciliana. Questo cambiamento, però, fu fatale in quanto, al momento dello sbarco, non vi erano truppe di terra né a Marsala, né nei dintorni.
I Mille, affiancati da 500 "picciotti", ebbero un primo scontro nella battaglia di Calatafimi il 15 maggio del 1860 , contro circa 4.000 soldati borbonici. Qui,Garibaldi pronunciò la frase «italiani, qui bisogna morire!» sottolineando la necessità di quell'azione pericolosa. Lo stesso Garibaldi rischiò la vita e venne salvato con un eroico gesto da Augusto Elia, che riportò un grave ferita al volto.
Lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II, avvenuto il 26 ottobre del 1860, è un episodio della storia risorgimentale, con il quale si concluse la spedizione dei Mille.
Il re di Sardegna Vittorio Emanuele II aveva occupato i territori pontifici nelle Marche e nell'Umbria ed era andato incontro a Giuseppe Garibaldi, che aveva respinto il tentativo di controffensiva dell'esercito borbonico nella battaglia del Volturno e aveva completato la conquista del Regno delle Due Sicilie, con lo scopo di impedire che la spedizione continuasse fino alla conquista di Roma, che avrebbe provocato l'intervento di Napoleone III e messo a repentaglio le conquiste effettuate. Garibaldi ottenne che i volontari garibaldini entrassero, dopo una selezione, nell'esercito regolare sardo, con il medesimo grado rivestito nella spedizione e si ritirò a Caprera. L'incontro ebbe il significato di una adesione del generale alla politica di Casa Savoia, deludendo le aspettative di coloro che auspicavano la fondazione di una repubblica meridionale di stampo mazziniano, che avrebbe dovuto in seguito estendersi anche ai domini papali, conquistando Roma.
L'incontro è passato alla storia come "incontro di Teano"