Il Museo Nazionale di Reggio Calabria, è il più importante museo archeologico sull'antica civiltà della Magna Grecia con reperti emersi in scavi e ricerche effettuati nell'intera Calabria in più di cento anni.
" La testa di Basilea" così chiamata per essere stata acquisita dal museo di quella città. Fu restituita negli anni ’90 al governo italiano perchè trafugata illegalmente all’epoca della scoperta del relitto; i suoi tratti idealizzati fanno pensare ad una figura divina o un personaggio regale (metà del V sec. a.C. circa).
La "Testa del Filosofo" faceva parte di una scultura bronzea ormai persa, di provenienza magnogreca e databile alla seconda metà del V secolo a.C.
Fu ritrovata nel 1969 in un relitto trovato in mare davanti alla spiaggia di Porticello, presso Cannitello, frazione a nord di Villa San Giovanni (RC). La testa è in parte danneggiata: manca l'occhio sinistro e parte dei capelli sulla nuca, dove vi è traccia di un cordone che doveva cingere la testa. Insieme alla statua sono stati ritrovati lacerti costituiti dallo stesso materiale, appartenenti ad una mano e ad un mantello, la cui presenza ha indotto a ritenere che l'opera rappresentasse un filosofo o un letterato dell'antica Grecia.
Potrebbe raffigurare Pitagora di Samo, il cui ritratto bronzeo avrebbe fatto parte del corredo urbananistico di Reggio che a partire dal 455 a.C. ospitò gli esuli pitagorici scacciati da Crotone favorendo la nascita della scuola pitagorica reggina; proprio quando, finita l'era del tiranno Anassila, il potere politico passò nelle mani dell'"aristocrazia calcidese". La Testa del filosofo sarebbe stata parte del bottino di guerra che Dionisio I di Siracusa usò per pagare i soldati dopo la presa di Reggio avvenuta nel 386 a.C., caricato sulla nave che affondò nei mari dello Stretto proprio in quel periodo.
I Dioscuri della fine del V sec. a.C. o al principio del IV sec. a.C., sono in marmo proveniente dall'isola di Paro; la testa del gruppo di destra quello meglio conservato venne ritrovata dal De Franciscis, dopo più di sessant'anni, nel 1956.
Le tavolette votive in terracotta recanti rappresentazioni a bassorilievo, della vita sociale e religiosa dell'antica colonia greca di Lokroi, chiamate Pinakes, ritrovate in più di 5000 frammenti riferibili tutti al V° secolo a.C. presso il santuario di Persefone a Locri, sono una delle più alte e celebri testimonianze dell'arte della Magna Grecia. Prodotte in serie con matrici e completate da una vivace policromia, le placchette venivano ricavate per impressioni da matrici in terracotta, prodotte da artisti di scuola greca, erano successivamente ritoccate a stecca e rifinite da artisti locali dell'argilla prima della cottura. Nel periodo compreso tra il 490 e il 460 a.C. i Pinakes locresi venivano offerti sul colle della Mannella come ex voto nel tempietto di Persefone. Le tavolette, raffigurano molte situazioni, quelle piu rapprentate riguardano il mito di Persefone e il suo rapimento da parte di Ade, dio dell'oltretomba, altre rappresentano Afrodite, venerata forse accanto alla regina degli inferi nel tempietto locrese, altre ancora rappresentano atti di culto, riti, processioni e scene riguardanti le nozze, la preparazione della sposa e il corteggiamento da parte dello sposo, sembra che queste raffigurazioni fossero legate ad un rito di passaggio che si celebrava durante il giorno del matrimonio e che accompagnava la fanciulla attraverso il percorso, dalla condizione di vergine infeconda a quella di sposa e poi di madre. Attraverso queste tavolette è anche individuabile l'ambiente locrese grazie alla configurazione di due templi e scene di vita quotidiana, dove, accanto a personaggi, animali e oggetti mitici o cultuali, sono finemente riprodotti carri, arredamenti, vesti e drappi, suppellttili di uso e di cosmesi.
Il Kouros, di marmo bianco proveniente dall’Isola di Paros nelle Cicladi, risalente alla fine del VI° secolo a.C. é molto semplice nelle sue forme, ha un volto con delle labbra protese verso un sorriso arcaico, un acconciatura con quattro file di riccioli sulla fronte, con boccoli verticali e con trecce annodate sulla nuca . Le braccia parzialmente conservate, forse si allungavano con i pugni serrati lungo i fianchi o erano protese in un gesto di offerta alla divinità. Potrebbe rappresentare una statuetta votiva come quelle ritrovate nelle necropoli, come corredo tombale del defunto, o nei santuari, come dono alla divinità venerata.
I Kourioi, plurale di Kouros, nella cultura dell'antica Grecia, simboleggiavano la perfezione estetica maschile, associata ad una perfezione interiore senza espressioni emotive, per questo erano oggetti adatti alle sepolture, che accompagnavano il defunto con ottime credenziali verso gli dei. . Potrebbe essere che tra i molti benestanti di Rhegion, qualcuno abbia commissionato la statuetta più come offerta votiva che come corredo funerario visto che non vi è alcuna traccia di necropoli.
La statuetta che è stata confiscata dalla polizia tributaria ad un ricco uomo d'affari non ci permette di conoscere almeno per ora le modalità ed il luogo esatto del rinvenimento, forse potrebbe provenire da scavi effettuati sul lungomare della città.
I famosissimi Bronzi di Riace del V secolo a.C. alte circa 2 metri, capolavori scultorei del ciclo ellenico opera significativa di maestri del mondo greco classico provenienti dalla Grecia o dalla Magnagrecia databili al V secolo a.C. sono stati rinvenuti nel 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria.
La testa del bronzo A
La grossa fascia che cinge la testa dovrebbe ,essere una fascia di lana che serviva a proteggere la testa del guerriero dal contatto con l'elmo metallico permettendo di appoggiarlo agevolmente. Questa fascia presenta una sporgenza triangolare con la punta in alto: elemento che combacia perfettamente con l'angolo presente su ogni elmo corinzio tra il paranuca e le paragnatidi. Sulla nuca è presente una base di appoggio, che sostiene ulteriormente l'idea del paranuca dell'elmo. Sulla sommità della testa si trova un foro con un perno in bronzo che il dottor Castrizio afferma servisse a fissare saldamente l'elmo corinzio, che così non si sarebbe spostato con urti o eventi atmosferici. Questo ci porta a pensare che la statua A fosse la rappresentazione di un eroe guerriero che come consuetudine portava un elmo corinzio, in posizione rialzata sulla fronte per far vedere il volto.
La testa del bronzo B
In questa statua invece la stabilità dell'elmo era garantita dalla forma innaturalmente allungata della calotta cranica, Sembra che questo bronzo portasse sotto l'elmo come una cuffia di cuoio infatti all'altezza dei fori per gli occhi dell'elmo corinzio la testa presenta un alloggiamento per un tassello rettangolare con delle ribattiture che lo rendono pieno di puntini, proprio sulla fronte poi si vede un triangolo che copre i capelli con le medesime ribattute che simulano il tipico aspetto della pelle animale conciata. Questa sorta di caschetto in pelle è testimoniato da altri segni nel bronzo, infatti le orecchie presentano il foro di un chiodo per fissare un elemento aggiunto a parte, e la barba è profondamente segnata da un incavo che sembra segnalare un sottogola allacciato sotto il mento. Le ipotesi sulla presenza di questa cuffia sono molteplici si è arrivati a pensare che si trattasse di un atleta raffigurato come guerriero ( Eutymos da Locri Epizefiri, pugilatore ed eroe, opera dello scultore Pitagora di Reggio); ma sembra che i caschetti di cuoio dei pugili (o dei pancraziasti) avessero una strana forma con lunghissimi paraorecchi e privi di lacci e paranuca "a ricciolo" e poi i segni presenti sulla statua non troverebbero adeguata spiegazione, come i tre appoggi uno dei quali sotto la nuca, al di sotto dell'appoggio dell'elmo, gli altri due dietro le orecchie, quindi le ipotesi sono ancora incerte, senza una conferma assoluta di quale sia la verità su questa statua.
Cari amici blogger se vi dovreste trovare a Reggio Calabria venite a trovarci.
Buongiorno Elettra
RispondiEliminaGreat serie photo's, I like this very much.
Ciao, Joop
Un museo degno di essere visitato. Una relazione di dati molto significativi con la sua incorporata storia, con immagini dove si scolpisce la perfezione di una purificata arte.
RispondiEliminaGrazie, amica Elettra, per mostrare questi gioielli dell'arte.
Un saluto,
Luis.
Hi B.S., l'arte impera in questa meravigliosa città dentro e fuori il museo!
RispondiEliminaGrazie per aver visitato il nostro blog e per il tuo commento. Seguirò il tuo blog con molto interesse. Ciao
RispondiEliminaSpectacular pieces. It's like going back in time.
RispondiElimina.
RispondiElimina. fantastic shots and interesting history text .
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. best regards from Lisbon .
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. paulo ,
.
Beautiful and interesting post. Cool to read some Italian, then I'm getting back what I learn at school ;-)
RispondiEliminaWow! Brilliant works and fascinating history! Thank you for the guided tour! :o)
RispondiEliminaho visto il museo molti anni fa ma la mia attenzione andò tutta ai bronzi.Grazie Elettra per le tue informazioni complete e interessanti
RispondiEliminagreat statues - thanks for the comment on HDP but I think Bartello plays for the 1st team - it is the reserve teams that are playing tomorrow night.
RispondiEliminaGreat set of pieces of art, the sculptures are magnificent!
RispondiEliminaWe shall be glad for all this history still are to be found and investigated. Thanks for showing us around ;-)
RispondiEliminala bellezza dei bronzi di Riace è invidiata dai musei di tutto il mondo, tutta l'Italia è un museo all'aria aperta ed è un vero peccato che non ci siano le capacità di valorizzare la fortuna che abbiamo....
RispondiEliminaGrazie per la spiegazione del contenuto del museo, o almeno parte di esso. La mia ignoranza, purtroppo, non andava oltre i bronzi di Riace!
RispondiEliminaChe meraviglia di blog cara Elettra!!! Complimenti. Bellissimo nelle foto e bene articolato nelle descrizioni.
RispondiEliminaFai venire voglia d'andare a visitare queste testimonianze d'arte mirabile in un museo degno di questo nome.
Spesso la gente va in vacanca in luoghi esotici, senza guardarsi attorno in questa nostra Italia dove potrebbero trovare tesori ovunque....
Del resto....de gustibus!!!
Ciao un abbraccio forte
Bruna
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