Dedico questo post all'amico blogger Tomaso
Negli Stati Uniti vivono ventisei milioni di americani di origine italiana. La maggior parte discende dagli emigranti che dal 1880 al 1920, il periodo cosiddetto del "grande esodo", attraversarono l'oceano alla ricerca di un futuro migliore.
Nonostante le proporzioni dell'esodo , il governo italiano solo nel 1901 istituì un "commissario dell'emigrazione", agli armatori fu fatto obbligo di attenersi a una serie di norme igieniche e di sicurezza.
Le valigie di cartone.
Etichetta bagaglio
Passaporto
Il passaporto della signora Anna Maffei con data 1928
Biglietto navale di 2° classe del 1927
Ricevuta del deposito bagaglio intestata al << passeggiere>> Rosario Trimboli sul vapore Washington rilasciato dalla compagnia La Veloce-Ufficio di Messina
Talloncino di imbarco emesso dalla compagnia di navigazione La Veloce-Messina per il vapore Waschington
Cedola emessa dalla società anglo italiana Anchor Line a Raffaele Russo imbarcato sul vapore Algeria con destinazione Montreal.
Elenco degli oggetti contenuti nel bagaglio dell'emigrante Rosario Trimboli - Nell'elenco sono menzionati anche gli attrezzi da lavoro:<< una rivoltella, tenaglia, forbice, scure, roncole, martello, una forma da calzolaio, n°3 lesine e spago, romanzi di diversi autori e sementi di diverso genere>>.
Chinino di stato per gli emigranti diretti in paesi dove la malaria era diffusa.
Nelle traversate di fine '800 erano frequenti le epidemie di colera,tifo, vaiolo, febbre gialla ed altre malattie contagiose. In casi del genere lo sbarco non era consentito. Nel 1893 il piroscafo genovese "Carlo R. partì da Napoli con millequattrocento emigranti. Respinto all'arrivo in Brasile a causa di una epidemia di colera a bordo, fu costretto a tornare in Italia. I superstiti furono solo quattrocento.
Nel bagaglio spesso venivano inseriti immagini sacre che accompagnavano la spiritualità degli emigranti.
Le cuccette del vaporetto
I bagni
Fino ai primi del '900, le condizioni in cui dovevano vivere i passeggeri di terza classe erano il più delle volte disumane. In un articolo pubblicato su una rivista medica nel 1895, si legge: "... la disgustosa ripugnanza che si riceve scendendo in una stiva dove hanno dormito degli emigranti è tale che, una volta provata, non la si dimentica più...".Per i passeggeri più sfortunati, l'arrivo era una liberazione.
Menù di bordo per i passeggeri di prima classe sul Piroscafo Giulio Cesare
Pranzo
Fidelini all'uovo
Pesce di Barcellona fritto
Pollo al forno-Insalata
Torta Richelieu
Frutta
Caffè
Arrivo a New York.
A Ellis Island venivano controllate e instradate verso la loro destinazione fino a cinquemila persone al giorno.
Le procedure duravano in media dalle tre alle cinque ore. Una permanenza più lunga significava ulteriori esami e, forse il rimpatrio.
Medici del Servizio Immigrazione controllavano rapidamente ciascun immigrante,
contrassegnando sulla schiena con un gesso, quelli che dovevano essere
sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute (ad
esempio: PG per donna incinta, K per ernia e X per problemi mentali).
Puzzle usato a Ellis Island per accertare le condizioni mentali degli emigranti
Chi superava il primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei
Registri, dove erano attesi da ispettori che registravano nome, luogo di
nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro,
professione e precedenti penali. Ricevevano alla fine il permesso di sbarcare e
venivano accompagnati al molo del traghetto per Manhattan.
I " marchiati " venivano inviati in un'altra stanza per controlli più approfonditi. Secondo il vademecum destinato ai nuovi venuti, " i vecchi, i deformi, i ciechi, i sordomuti e tutti coloro che soffrono di malattie contagiose, aberrazioni mentali e qualsiasi altra infermità sono inesorabilmente esclusi dal suolo americano". Tuttavia risulta che solo il due percento degli immigrati siano stati respinti. Per i ritenuti non idonei, c'era l'immediato reimbarco sulla stessa nave che li aveva portati negli Stati Uniti, la quale, in base alla legislazione americana aveva l'obbligo di riportarli al porto di provenienza.
Opuscoli del governo americano per gli emigrati.
Little Italy
Nonostante le difficoltà della lingua, gli italiani si inserirono rapidamente nella società americana.
Divennero tipici dei nostri immigrati alcuni mestieri come quelli di giardiniere, barbiere e muratore.
Gli immigrati più intraprendenti si specializzarono o si dettero ad attività commerciali, aprendo negozi con l'aiuto dei compaesani e importando generi alimentari dall'Italia, molto richiesti pasta e conserve di pomodoro.
Libro per la fabbricazione , conservazione ed uso della ricotta.
Pubblicità di una ditta importatrice di arance.
Pubblicità che promuove la vendita della pasta.
Pubblicità di una ditta importatrice della pasta.
Il vapore "Garibaldi"