Dedico questo post all'amico blogger Tomaso
Negli Stati Uniti vivono ventisei milioni di americani di origine italiana. La maggior parte discende dagli emigranti che dal 1880 al 1920, il periodo cosiddetto del "grande esodo", attraversarono l'oceano alla ricerca di un futuro migliore.
Negli Stati Uniti vivono ventisei milioni di americani di origine italiana. La maggior parte discende dagli emigranti che dal 1880 al 1920, il periodo cosiddetto del "grande esodo", attraversarono l'oceano alla ricerca di un futuro migliore.
Nonostante le proporzioni dell'esodo , il governo italiano solo nel 1901 istituì un "commissario dell'emigrazione", agli armatori fu fatto obbligo di attenersi a una serie di norme igieniche e di sicurezza.
Le valigie di cartone.
Etichetta bagaglio
Passaporto
Biglietto navale di 2° classe del 1927
Ricevuta del deposito bagaglio intestata al << passeggiere>> Rosario Trimboli sul vapore Washington rilasciato dalla compagnia La Veloce-Ufficio di Messina
Talloncino di imbarco emesso dalla compagnia di navigazione La Veloce-Messina per il vapore Waschington
Cedola emessa dalla società anglo italiana Anchor Line a Raffaele Russo imbarcato sul vapore Algeria con destinazione Montreal.
Elenco degli oggetti contenuti nel bagaglio dell'emigrante Rosario Trimboli - Nell'elenco sono menzionati anche gli attrezzi da lavoro:<< una rivoltella, tenaglia, forbice, scure, roncole, martello, una forma da calzolaio, n°3 lesine e spago, romanzi di diversi autori e sementi di diverso genere>>.
Chinino di stato per gli emigranti diretti in paesi dove la malaria era diffusa.
Nelle traversate di fine '800 erano frequenti le epidemie di colera,tifo, vaiolo, febbre gialla ed altre malattie contagiose. In casi del genere lo sbarco non era consentito. Nel 1893 il piroscafo genovese "Carlo R. partì da Napoli con millequattrocento emigranti. Respinto all'arrivo in Brasile a causa di una epidemia di colera a bordo, fu costretto a tornare in Italia. I superstiti furono solo quattrocento.
Nel bagaglio spesso venivano inseriti immagini sacre che accompagnavano la spiritualità degli emigranti.
Le cuccette del vaporetto
I bagni
Fino ai primi del '900, le condizioni in cui dovevano vivere i passeggeri di terza classe erano il più delle volte disumane. In un articolo pubblicato su una rivista medica nel 1895, si legge: "... la disgustosa ripugnanza che si riceve scendendo in una stiva dove hanno dormito degli emigranti è tale che, una volta provata, non la si dimentica più...".Per i passeggeri più sfortunati, l'arrivo era una liberazione.
Menù di bordo per i passeggeri di prima classe sul Piroscafo Giulio Cesare
Pranzo
Fidelini all'uovo
Pesce di Barcellona fritto
Pollo al forno-Insalata
Torta Richelieu
Frutta
Caffè
Arrivo a New York.
A Ellis Island venivano controllate e instradate verso la loro destinazione fino a cinquemila persone al giorno.
Le procedure duravano in media dalle tre alle cinque ore. Una permanenza più lunga significava ulteriori esami e, forse il rimpatrio.
Medici del Servizio Immigrazione controllavano rapidamente ciascun immigrante,
contrassegnando sulla schiena con un gesso, quelli che dovevano essere
sottoposti ad un ulteriore esame per accertarne le condizioni di salute (ad
esempio: PG per donna incinta, K per ernia e X per problemi mentali).
Puzzle usato a Ellis Island per accertare le condizioni mentali degli emigranti
Chi superava il primo esame, veniva poi accompagnato nella Sala dei
Registri, dove erano attesi da ispettori che registravano nome, luogo di
nascita, stato civile, luogo di destinazione, disponibilità di denaro,
professione e precedenti penali. Ricevevano alla fine il permesso di sbarcare e
venivano accompagnati al molo del traghetto per Manhattan.
I " marchiati " venivano inviati in un'altra stanza per controlli più approfonditi. Secondo il vademecum destinato ai nuovi venuti, " i vecchi, i deformi, i ciechi, i sordomuti e tutti coloro che soffrono di malattie contagiose, aberrazioni mentali e qualsiasi altra infermità sono inesorabilmente esclusi dal suolo americano". Tuttavia risulta che solo il due percento degli immigrati siano stati respinti. Per i ritenuti non idonei, c'era l'immediato reimbarco sulla stessa nave che li aveva portati negli Stati Uniti, la quale, in base alla legislazione americana aveva l'obbligo di riportarli al porto di provenienza.
Opuscoli del governo americano per gli emigrati.
Little Italy
Nonostante le difficoltà della lingua, gli italiani si inserirono rapidamente nella società americana.
Divennero tipici dei nostri immigrati alcuni mestieri come quelli di giardiniere, barbiere e muratore.
Gli immigrati più intraprendenti si specializzarono o si dettero ad attività commerciali, aprendo negozi con l'aiuto dei compaesani e importando generi alimentari dall'Italia, molto richiesti pasta e conserve di pomodoro.
Libro per la fabbricazione , conservazione ed uso della ricotta.
Pubblicità di una ditta importatrice di arance.
Pubblicità che promuove la vendita della pasta.
Pubblicità di una ditta importatrice della pasta.
Il vapore "Garibaldi"
Non c'è che dire...un tuffo nel passato e nei ricordi. Belle foto!
RispondiEliminaA fascinating post. As a first-generation emigrant/immigrant myself (the U.S.A. is the third country in which I've lived) I have a lot of sympathy for these people - I had it easy as I flew across the Atlantic!
RispondiEliminaElettra, something on your page tries to install software on my PC when I visit. It's happened more than once, so you may want to look at who's linking to your blog.
I had the same thing as the above comment...it tried to install and my Norton Antivirus told me it was a threat!
RispondiEliminainteresting to see the history of the Italian people who came to this country during those years!
Fascinating post, Elettra, and wonderful photos. Brings alive the immigrant experience. Such an act of bravery and hope to leave one's own country in search of a better life.
RispondiEliminaI am having the same experience...
RispondiEliminaGreat old things!
Thanks for sharing these.
C'era una volta.....accipicchia il tempo vola troppo in fretta
RispondiEliminaCara Elettra credimi mi sono commosso guardando tutte questi domomenti e foto, io sono stato a Cicago pe conoscere un mio vecchio zio emigrato ne 1911 è staa una grande emozione conoscerlo, poi sono stato in Brasile per conoscere di parenti dalla parte di mio padre emigrati nel 1884 ora la regione di San Paolo e piena di famiglie di nome Scarpel, conoscere le loro origini è stao veramente emozionante.
RispondiEliminaBuon fine settimana amica.
Tomaso
Una galleria di foto splendide che ci riportano a un passato triste, a volte molto doloroso, dove la dignità dell'uomo riceveva uno sfregio indelebile.
RispondiEliminaBisognerebbe farlo leggere a qualcuno lassù al nord con le camicie verdi........
RispondiEliminaBellissimo post Elettra,l'ho letto tutto di un fiato e ho ammirato le fotografie,SEMBRA UN MUSEO,QUAL'è??
Mi piacerebbe visitarlo.
Un abbraccio e felice weekend!
Fantastic history.
RispondiEliminaDarryl and Ruth :)
Che emozione leggere e vedere le bellissime foto che hai pubblicato cara Elettra! Che tempi difficili, speriamo che non tornino più! Tutti credo che abbiamo parenti in giro per il mondo..i miei adorati zii sono in Canada. Buon fine settimana carissima
RispondiEliminaExcellent post! I loved it!
RispondiEliminaSupremely interesting.
Where did you get these photos and old documents?
Electra this is the most amazing post. The pictures are just so beautiful, such a great record of the conditions the immigrants had to endure to reach their new lives! Thanks you so much, I really enjoyed it.
RispondiEliminaA Lucca di recente c'è stata una mostra sull'immigrazione, ed è presente anche un museo a essa dedicato, il "Paolo Cresci". Tutti, me compresa, abbiamo parenti in America, io anche in Argentina, Irlanda, Francia e GB. Ciao, Arianna
RispondiEliminaWonderful post. I love all of the old photos.
RispondiEliminaThank you for a very interesting post. The photos and artifacts of emigrants are fascinating. My first wife and her mother emigrated to the U. S. in 1948 (Elizabeth was a child) and they went through Ellis Island. Fortunately their shipboard conditions were better than the ones you pictured.
RispondiEliminaHai fatto un capolavoro Elettra!
RispondiEliminaDocumenti storici, ben descritti, non ho parole per dirti quanto sei brava!
Cara Elettra, che splendida sequenza di immagini...tu pensa che in quel periodo emigrarono pure i miei nonni materni, non a caso mia mamma nacque negli USA...
RispondiEliminaCiao!
che sequenza d'immagini non l'avevo mai viste!!!
RispondiEliminadavvero stupende!! baci e felice giornata!!
Wow, Electra! What an incredible post! I taught American history and one of the frustrations was that I never had enough time to spend on subjects like immigration.
RispondiEliminaThese poor people suffered tremendously getting here and even afterward...it wasn't easy being in a strange land, a city like New York, and away from family and friends.
But the Italians, despite lots of prejudice and nastiness persevered and have added much to our nation.
Especially pizza restaurants! ;-))
My grandfather came through Ellis Island in 1893 (he was 17) ... but he came from Sweden via England.
Thanks for visiting our new site and I want to remind you if you make a comment, all you need to do is enter your name on the comment form...you can leave the other boxes blank.
Best wishes!
Hi B.S., l'emigrazione in America è l'esempio dei grandi affari che l'Italia (all'epoca Regno d'Italia) era ed è in grado di fare con gli altri stati: in cambio dell'appoggio a Lincoln e ai nordisti nella guerra di secessione per gentile concessione ha avuto la possibilità di far emigrare il suo popolo per essere sfruttato come manodopera a basso costo ed essere ferito nella propria dignità!
RispondiEliminaBellissimo post, sei grande!!!
Excelente fotorreportaje, muy ilustrativo e interesante.
RispondiEliminaAbrazos.
ciao cara, complimenti per il tuo lavoro molto valoroso!!!! Non pensavo che 26 milioni di italiani vivono negli Stati Uniti. Hai immortalato documenti molto interessanti. Potresti ben redigere un intero libro!
RispondiEliminaBaci e buona serata
Hello, Elettra.
RispondiEliminaYour sweet message and works charms my heart.
I thank for your usual and hearty support.
The prayer for all peace.
Have a good weekend. From Japan, ruma ❃
Ciao Elettra con questo tuo bellissimo post ci hai fatto vedere i sacrifici che anno fatto i nostri connazionali in quei tristi anni dell'emigrazione
RispondiEliminagrazie per questa tua condivisione.
Great work, Elettra. Two of my grandmothers brothers also took the long way to America!
RispondiEliminaHave a nice week ;-)
Sei brava. Bellissime e commoventi foto storiche, mi ha preso la nostalgia guardando quelle persone che hanno affrontato tutte quelle difficoltà. Ancora grazie. ciao
RispondiElimina