Quando, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa fece il suo ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz, emerse, in tutta, la sua drammaticità, l’orrore per l’olocausto di un popolo, le cui crude immagini, immortalate dagli operatori sovietici e mostrate al processo di Norimberga, come prova contro i crimini nazisti, sconvolsero il mondo intero, che prese finalmente coscienza dell’agghiacciante e sistematico stermino di ben 6 milioni di ebrei, un massacro teorizzato da Hitler nel suo "Mein Kampf" e messo in pratica, dopo la conquista del potere.
Con l’avvento del regime nazista, nel gennaio 1933, la politica razziale , volta ad affermare il dominio della pura razza ariana , a scapito dell’indegno popolo ebraico, traditore e nemico della patria, trovò tragica attuazione, tramite l’emanazione di provvedimenti, tra cui le leggi di Norimberga del 1935, volti a privare gli ebrei di ogni diritto civile e politico, costretti a portare, come marchio d’infamia, una stella gialla sul petto.
Gli ebrei furono interdetti dagli uffici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche; espulsi ed allontanati dalle loro abitazioni, furono rinchiusi in appositi quartieri recintati, i famigerati "ghetti", ove vivevano, praticamente, da reclusi, come appestati, ridotti all’emarginazione, privati di tutti i loro averi, confiscati dall’apparato nazista e sfruttati come manodopera, dietro salari irrisori, nelle industrie del reich.
Ma se, in questa fase iniziale, il nazismo operò "solamente" una politica di discriminazione verso i cittadini di sangue ariano, una tragica impennata, verso una vera e propria, sistematica, azione di sterminio, si venne a determinare nel novembre 1938, nella cosiddetta "notte dei cristalli", quando, per vendicare l’uccisione, a Parigi, di un diplomatico tedesco, ad opera di un giovane ebreo, le SS e le SA scatenarono l’inferno: nella notte tra l’8 e il nove novembre, in una sola notte, furono incendiate le sinagoghe, distrutti i negozi ebrei, arrestate e massacrate, in una drammatica spirale di violenza, centinaia di persone; era ormai ben chiaro che Hitler intendesse andare fino in fondo, verso una politica, non solo di persecuzione, come avvenuto nei primi anni, ma, dopo aver pensato e scartato una deportazione di massa in Madagascar, di vero e proprio annientamento, in una "soluzione finale" del problema ebraico, la cui organizzazione venne affidata, il 31 luglio 1941, poco tempo dopo l’avvio dell’"Operazione Barbarossa" contro l’odiato nemico bolscevico, dal vice-fuhrer Goring, al comandante della polizia di sicurezza Heydrich.
Il 20 gennaio 1942, a Wannsee, presso Berlino, in una riunione dei vertici del reich, la "soluzione finale" trovò tragica e concreta pianificazione ed approvazione, aprendo le porte al più grande orrore che la storia ricordi, la morte di 6 milioni di persone nei campi di concentramento nazisti.
Centinaia di migliaia di persone vennero deportate verso i lager, in un viaggio senza ritorno; ammassate come bestie nei cosiddetti treni della morte, costrette a viaggiare in condizioni disumane, al loro arrivo venivano selezionate dai responsabili del campo; i vecchi, le donne e i bambini erano avviati direttamente alle camere a gas e sterminati con il devastante topicida Zyklon B, gli abili al lavoro, dopo essere stati rasati, costretti ad indossare un camice a righe, tatuati con un numero di matricola, che soppiantò il loro nome, ridotti a vere e proprie larve umane; costretti a lavorare non meno di 12 ore al giorno, obbligati, la sera e la mattina, a rimanere immobili per ore, pena pesanti punizioni corporali, durante gli interminabili appelli, si ritrovarono, ben presto, distrutti nel fisico e nel morale, a morire di stenti, al termine di un percorso fatto di malattie, fame e sevizie ad opera dei feroci e sadici reparti SS Totenkopfverbande, incaricati di far rispettare e mantenere, la dura legge dei lager; molti detenuti venivano poi utilizzati, come cavie umane, dai medici nazisti e sottoposti ad esperimenti agghiaccianti; infine i corpi dei cadaveri finivano nei forni crematori e bruciati a migliaia al giorno, determinando la fuoriuscita, dalle ciminiere dei campi, di orripilanti, oscure, lingue di fuoco, che offuscavano il cielo sovrastante, con la loro grigia cenere.
Solo la sconfitta nazista pose fine all’incubo, ad un genocidio, organizzato, freddamente a tavolino, da un’oscura ideologia simbolo di morte e distruzione, che sterminò, senza alcuna pietà ben 6 milioni di persone in nome della svastica e del suo spietato fuhrer, che già nel 1923, durante la composizione del "Mein Kampf" scrisse: " Unwertes leben zu vernichten, bedeuted kein schuldigwerden", " Das schwache muss weggeraeumt werden", "annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto".
« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »
(Elie Wiesel, tratto da La notte. Wiesel fu rinchiuso ad Auschwitz all'età di 15 anni) .
Per cinque anni il campo di concentramento di Auschwitz suscitò una sensazione di terrore tra le popolazioni dei paesi occupati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale .Il campo fu fondato nel 1940 per i prigionieri politici polacchi. Inizialmente doveva servire da strumento di terrore e di sterminio dei polacchi.
Successivamente i nazisti iniziarono a deportarvi gente di tutta europa, principalmente ebrei provenienti da stati diversi, ma anche prigionieri bellici sovietici e zingari. Tra i detenuti vi erano anche cechi, jugoslavi, francesi austriaci,italiani. Al termine della campagna di settembre nel 1939 la città di Oswiecim e le località situate nei suoi dintorni furono annesse al III Reich. Nello stesso tempo i nazisti cambiarono il suo nome in Auschwitz. Già verso la fine del 1939 nell'ufficio del comando supremo dellSS e della polizia a Wroclaw era nata l'idea della creazione di un campo di concentramento. La proposta di creazione di questo campo fu motivata con l'affollamento delle prigioni esistenti in Slesia e con la necessità di condurre una nuova ondata di arresti di massa tra la popolazione polacca della Slesia e del Governatorato Generale. Alcune commissioni , a tal fine appositamente scelte iniziarono a cercare un posto adatto all'installazione del campo. La scelta cadde sulle caserme prebelliche abbandonate di Oswiecim. Esse si trovavano fuori del centro abitato, ciò dava la possibilità di ampliare ed isolare le costruzioni. Aveva un suo peso anche il fatto che Oswiecim disponesse di una buona rete di comunicazioni, essendo uno dei più importanti nodi ferroviari. L'ordine di fondazione del campo fu emanato nell'aprile del 1940. Rudolf Hoss ne fu nominatocomandante. Il 14 giugno 1940 la Gestapo condusse i primi prigionieri ad Auschwitz: 728 polacchi del carcere di Tarnow. All'inizio nel campo erano presenti 20 edifici di cui 14 con il solo pianterreno e 6 con anche il 1° piano. Negli anni 1941-1942, con il lavoro degli internati, fu aggiunto un piano a tutti gli edifici e ne furono costruiti altri otto.Complessivamente il campo disponeva di 28 edifici .La quantità media dei detenuti oscillava tra i 13.000 e i 16.000 e nel 1942 i prigionieri furono 20.000 alloggiati nei blocchi, sfruttando anche le soffitte e i seminterrati.
L'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz sormontato dall'insegna con la scritta" Arbeit macht frei"( il lavoro rende liberi).
Quando i recinti avevano il filo spinato doppio ci si trovava davanti agli alloggi delle donne.
I recinti del campo in filo spinato elettrificato.
Il " muro dell morte" dove venivano fucilati i prigionieri.
La bandiera del campo.
Torretta di guardia delle SS.
La forca dove è stato impiccato il comandante tedesco Himmler.
Alcuni reparti furono completamente distrutti dai nazisti per cancellare le tracce dei loro crimini. Nella foto l'esterno di un forno crematorio ricostruito fedelmente.
Interno di un forno crematorio.
Nel 1941 fu costruito un altro campo di concentramento chiamato " Konzentrationlager Auschwitz II-Birkenau", nel paese di Brzezinka a 3 Km. di distanza da "Konzentrationlager Auschwitz I.
Ingresso di Birkenau.
Le baracche di Birkenau.
Le latrine.
Quando, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa fece il suo ingresso nel campo di concentramento di Auschwitz, emerse, in tutta, la sua drammaticità, l’orrore per l’olocausto di un popolo, le cui crude immagini, immortalate dagli operatori sovietici e mostrate al processo di Norimberga, come prova contro i crimini nazisti, sconvolsero il mondo intero, che prese finalmente coscienza dell’agghiacciante e sistematico stermino di ben 6 milioni di ebrei, un massacro teorizzato da Hitler nel suo "Mein Kampf" e coscientemente messo in pratica, dopo la conquista del potere.
Con l’avvento del regime della svastica, nel gennaio 1933, la politica razziale nazista, volta ad affermare il dominio della pura razza ariana , a scapito dell’indegno popolo ebraico, traditore e nemico della patria, trovò tragica attuazione, tramite l’emanazione di provvedimenti, tra cui le leggi di Norimberga del 1935, volti a privare gli ebrei di ogni diritto civile e politico, costretti a portare, come marchio d’infamia, una stella gialla sul petto.
Gli ebrei furono interdetti dagli uffici, dalle libere professioni, dalle scuole ariane, dalle banche; espulsi ed allontanati dalle loro abitazioni, furono rinchiusi in appositi quartieri recintati, i famigerati "ghetti", ove vivevano, praticamente, da reclusi, come appestati, ridotti all’emarginazione, privati di tutti i loro averi, confiscati dall’apparato nazista e sfruttati come manodopera, dietro salari irrisori, nelle industrie del reich.
Ma se, in questa fase iniziale, il nazismo operò "solamente" una politica di discriminazione verso i cittadini di sangue ariano, una tragica impennata, verso una vera e propria, sistematica, azione di sterminio, si venne a determinare nel novembre 1938, nella cosiddetta "notte dei cristalli", quando, per vendicare l’uccisione, a Parigi, di un diplomatico tedesco, ad opera di un giovane ebreo, le SS e le SA scatenarono l’inferno: nella notte tra l’8 e il nove novembre, in una sola notte, furono incendiate le sinagoghe, distrutti i negozi ebrei, arrestate e massacrate, in una drammatica spirale di violenza, centinaia di persone; era ormai ben chiaro che Hitler intendesse andare fino in fondo, verso una politica, non solo di persecuzione, come avvenuto nei primi anni, ma, dopo aver pensato e scartato una deportazione di massa in Madagascar, di vero e proprio annientamento, in una "soluzione finale" del problema ebraico, la cui organizzazione venne affidata, il 31 luglio 1941, poco tempo dopo l’avvio dell’"Operazione Barbarossa" contro l’odiato nemico bolscevico, dal vice-fuhrer Goring, al comandante della polizia di sicurezza Heydrich.
Il 20 gennaio 1942, a Wannsee, presso Berlino, in una riunione dei vertici del reich, la "soluzione finale" trovò tragica e concreta pianificazione ed approvazione, aprendo le porte al più grande orrore che la storia ricordi, la morte di 6 milioni di persone nei campi di concentramento nazisti.
Centinaia di migliaia di persone vennero deportate verso i lager, in un viaggio senza ritorno; ammassate come bestie nei cosiddetti treni della morte, costrette a viaggiare in condizioni disumane, al loro arrivo venivano selezionate dai responsabili del campo; i vecchi, le donne e i bambini erano avviati direttamente alle camere a gas e sterminati con il devastante topicida Zyklon B, gli abili al lavoro, dopo essere stati rasati, costretti ad indossare un camice a righe, tatuati con un numero di matricola, che soppiantò il loro nome, venivano spremuti come limoni e ridotti a vere e proprie larve umane; costretti a lavorare non meno di 12 ore al giorno, obbligati, la sera e la mattina, a rimanere immobili per ore, pena pesanti punizioni corporali, durante gli interminabili appelli, si ritrovarono, ben presto, distrutti nel fisico e nel morale, a morire di stenti, al termine di un percorso fatto di malattie, fame e sevizie ad opera dei feroci e sadici reparti SS Totenkopfverbande, incaricati di far rispettare e mantenere, la dura legge dei lager; molti detenuti venivano poi utilizzati, come cavie umane, dai medici nazisti e sottoposti ad esperimenti agghiaccianti; infine i corpi dei cadaveri finivano nei forni crematori e bruciati a migliaia al giorno, determinando la fuoriuscita, dalle ciminiere dei campi, di orripilanti, oscure, lingue di fuoco, che offuscavano il cielo sovrastante, con la loro grigia cenere.
Solo la sconfitta nazista pose fine all’incubo, ad un genocidio, organizzato, freddamente a tavolino, da un’oscura ideologia simbolo di morte e distruzione, che sterminò, senza alcuna pietà ben 6 milioni di persone in nome della svastica e del suo spietato fuhrer, che già nel 1923, durante la composizione del "Mein Kampf" scrisse: " Unwertes leben zu vernichten, bedeuted kein schuldigwerden", " Das schwache muss weggeraeumt werden", "annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto".
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
There are those who would try to deny that the Holocaust ever happened and, sadly, those who believe them. How can people be so cruel and so gullible?
RispondiEliminaNo, non possiamo e non dobbiamo dimenticare!
RispondiEliminaBelle docomentazioni...
RispondiEliminaNessuno dovrà mai dimenticare.
Tomaso
Hi B.S., condivido nella sua totalità, questo intenso contributo, per ricordare il massacro ingiustificabile di un popolo, raccontiamolo e parliamone affinchè rimanga vivo e indelebile nella mente di tutti e affinchè si possa essere sempre consapevoli di cosa siano in grado di fare gli "umani"!
RispondiEliminaCara Elettra,
RispondiEliminaleggo guardo e mi vengono i brividi.
E' imprtante ricordare e parlarne perchè si faccia in modo che non accada mai più.
E' inconcepibile quanto è accaduto e il tuo contributo rende in pieno le atrocità commesse provocando rabbia e sdegno.
A chi non ha vissuto quel periodo è impossibile comprendere, facciamo in modo di far conoscere per non dimenticare.
RispondiEliminaThe translate function is not working today, but I recognize the pictures.
RispondiEliminaciao Elettra!!!
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