giovedì 15 settembre 2011

Ciao Walter

È morto Walter Bonatti

Scompare a 81 anni una delle più grandi leggende dell'alpinismo italiano e mondiale.

Il nome di Walter Bonatti è comunque legato soprattutto alla lunghissima polemica sulla conquista del K2. Nel 1954, a 24 anni partecipa alla spedizione italiana capitanata da Ardito Desio sullla seconda montagna più alta del mondo. Una spedizione che porterà in cima Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Il giorno prima, Bonatti, il più giovane della spedizione, scende al campo inferiore per recuperare le bombole di ossigeno e quando torna scopre che il nuovo campo, a sorpresa, è stato allestito 250 metri più in alto. Bonatti ci arriva solo poco prima del tramonto, ma Compagnoni e Lacedelli si limitano a suggerire da lontano di lasciare l'ossigeno e tornare indietro. Vista l'impossibilità della cosa, Bonatti e il portatore Mahdi trascorrono la notte a -50 °C, senza alcun riparo, tornando al campo solo all'alba. Mahdi, semiassiderato, subisce l'amputazione di numerose dita. A causa di un contratto Bonatti non può parlare dell'accaduto per due anni e lo farà solo nel 1961 nel libro «Le mie montagne». Soltanto nel 2004 la commissione d'inchiesta del Club Alpino Italiano riconosce la versione di Bonatti. «A cinquantatrè anni dalla conquista del K2 - scriverà Bonatti - sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione Ardito Desio. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria».

Walter Bonatti

9 commenti:

  1. It's sad when a hero dies..

    The translate button is back.

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  2. Una preghiera per questo eroe delle montagne.

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  3. Hi B.S., un grande rappresentante della nostra Italia migliore!
    Ciao Walter e condoglianze alla famiglia!

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  4. I do not understand people who climb mountains but they must be very brave.

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  5. Per me è stato maestro, "L'uomo del monte Bianco" per antonomasia.
    Le sue "prime" sulle pareti delle Grandes Jorasses sono ancora oggi seguite dagli scalatori di tutto il mondo.

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