mercoledì 9 giugno 2010

Etna

L’Etna in dialetto siciliano Mungibeddu   si trova sulla costa orientale della Sicilia.
È il vulcano attivo più alto in Europa  .  Le eruzioni causano l'aumento della sua altezza nel tempo,  che attualmente si aggira sui 3.340 m. , e il suo diametro è di circa 45 chilometri.
 

Etna o in greco antico Aitna (Aἴτνα-ας) parola  che si riferisce alla città di Catania  e Inessa, e deriva  dal termine  aitho (bruciare) o dalla parola fenicia attano (fornace). Gli Arabi chiamavano la montagna Jabal al-burkān "vulcano" o Jabal Aṭma Ṣiqilliyya   "montagna somma della Sicilia" questo nome cambiato in Mons Gibel dal latino mons "monte" e dall'arabo Jebel "monte"  per indicarne la sua maestosità.


  Il nome Mongibello potrebbe anche derivare da da Mulciber (qui ignem mulcet), termine con cui i latini  si  riferivano al  dio Vulcano affinchè placasse  la forza distruttiva dell'Etna.


Adesso il termine Mongibello indica l'apice dell'Etna; l'area dei due crateri centrali, nonché i crateri sud-est e nord-est.


 Le popolazioni etnee usano chiamare l'Etna  'a muntagna, nel significato di montagna per eccellenza.


 Questa affascinante montagna ha ispirato nel tempo varie leggende:
si racconta che Eolo, il dio dei venti,  avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell'Etna. Per Eschilo, il gigante Tifone fu confinato nell'Etna e fu la causa delle eruzioni. Il gigante Encelado, si ribellò contro gli dei, venne ucciso e fu bruciato nell'Etna. Efesto o Vulcano, dio del fuoco e della metallurgia e fabbro degli dei, aveva  la sua fucina sotto l'Etna e aveva guidato fuori dalla montagna il demone del fuoco Adranos. I Ciclopi producevano in un' officina di forgiatura  le famose saette  di Zeus. Si credeva che il Tartaro  "il mondo dei morti greco",  fosse situato sotto l'Etna. Di  Empedocle,  filosofo presocratico e uomo politico greco  del V secolo a.C., morto in realtà in Grecia si dice che si buttò nel cratere del vulcano. Anche
  l'anima della regina Elisabetta I d'Inghilterra  risiede nell'Etna, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del suo aiuto per governare il regno.
 

Un anno dopo il martirio di Santa Agata, quando l'Etna eruttò nel 252,  il popolo di Catania prese il velo rosso della Santa, rimasto intatto dalle fiamme del suo martirio, e ne invocò il nome, a seguito di ciò l'eruzione finì,  i devoti invocano per questo il suo nome contro il fuoco e lampi.

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